PASSIONE
Ci appartiene
02 febbraio, 2020
Vorremmo tanto che coloro che pensano che il nostro sia un Paese da abbandonare […] venisse qui, magari in una domenica pomeriggio come quella appena trascorsa.

Il pomeriggio è stato lungo, intenso e ancora riecheggiano le parole ascoltate in tantissimi dialetti mentre, a poco a poco, riportiamo la calma qui al Museo.

C’è una sensazione positiva che ci resta addosso e ancora non l’abbiamo razionalizzata. E’ un concentrato di mani strette, foto fatte, storie raccolte e parole di gratitudine. Una cosa è certa, vorremmo tanto che coloro che pensano che il nostro sia un Paese da abbandonare, da lasciare andare alla deriva senza più tentare nemmeno un colpo di remi per rimetterlo nella giusta rotta venisse qui, magari in una domenica pomeriggio come quella appena conclusa.

Certo i presupposti c’erano tutti per la buona uscita dell’evento a partire dai relatori Antonino D’Anna e Andrea Vecchi, che hanno fatto della loro passione alfista, una strada maestra a cui dedicare la propria professione.  Mentre Vecchi si è occupato di ricostruire la genesi del progetto Alfa 164, senza tralasciare dettagli conosciuti a pochi, D’Anna ha presentato in anteprima lo speciale di prossima uscita de “il Garage dell’Alfista” in cui non mancheranno approfondimenti attinti dal Cozzi.Lab (l’archivio del Museo) e le storie di coloro che, ancora oggi, vantano il posesso e la capacità di guida della berlina che ha segnato un passaggio epocale nella storia alfista.

Ma una storia così bella e complessa meritava la partecipazione dei tanti protagonisti che hanno collaborato attivamente (e umanamente) alla progettazione. Da Enrico Fumia che curò il design dell’auto, a Pasquale Oliveri che ha raccontato una pagina di ignegneria italiana di un’epoca in cui l’Alfa Romeo poteva salire in cattedra e dare lezioni al mondo. Parlando di 164 non poteva mancare la presenza di Giorgio Langella “colui che portò l’Alfa a Babbo Natale” testando nelle condizione più estreme il prototipo, sfrecciando tra le strade ghiacciate di Svezia e Finlandia per spingersi anche oltre il confine Russo. Il racconto è stato completato da Elvira Ruocco, la “Signora in rosso Alfa” che, forte della sua ventennale esperienza al centro documentazionale di Arese, conserva e tramanda un infinito sapere alfista, dai più piccoli accadimenti ai grandi ricordi.

In platea, Donatella e Gabriella Chirico, figlie di Domenico Chirico e Federico Moroni, figlio di Guido Moroni, Arcangelo Jeker nipote di Giuseppe Luraghi (ndr ha lavorato al Centro Stile di Arese con Walter De Silva), entrambi ricordati con aneddoti che hanno restituito ai tanti presenti la dimensione umana, oltre a quella leggendaria di Uomini Alfa.

“Italia resta ancora quel sogno che unisce oltre i confini moltissime persone ”
Quello che vorremmo condividere è il senso di appartenenza che i moltissimi ospiti ci hanno dimostrato e raccontato. C’è chi è partito dalla Germania e dalla Svizzera per non mancare  e chi ha preso un volo dalla Calabria perché questa giornata, questa auto, questa storia è parte di lui. Era palpabile l’emozione guardando i video d’epoca di una fabbrica di Arese capace di rendere orgogliosi coloro che ci lavoravano e che, ancora oggi, parlano al plurale con un corale “noi”.  No, non eravamo un Paese da cui scappare, non lo siamo nemmeno ora, perché nonostante le vicissitudini economiche e politiche, l’Italia resta ancora quel sogno che unisce oltre i confini moltissime persone che hanno voglia di ritrovarsi, di condividere, di difendere con testimonianze vive la memoria del Paese, affinché possano esserci le basi per un nuovo futuro che parta da qui: dalla memoria, dall’appartenenza, dall’orgoglio. Un ringraziamento speciale a tutti coloro che continuano a mandarci ringraziamenti e attestazioni di stima, siete il carburante di questo Museo… siete un pezzo DEL Museo. Una curiosità: in solo una settimana l’evento ha catalizzato 28.000 views con oltre 3600 interazioni.  

E la “magia” si rinnoverà il prossimo 8 marzo con un evento che ci riempie di orgoglio. Il Museo è stato inserito nell’iniziativa Museo City 2020, promossa dal Comune di Milano e realizzata in collaborazione con l’Associazione Museo City.

Un percorso che punta a valorizzare la storia e la bellezza dei musei della città metropolitana milanese che, in questa edizione, toccherà un tema a noi particolarmente caro: “Donne protagoniste nei diversi campi dell’arte. Dalle figure femminili ritratte nei secoli alle donne artiste, così come anche le donne attive nella promozione dell’arte e in posizioni di apice all’interno dei musei e in generale nelle strutture per l’arte.” .

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