Passione

Il Quadrifoglio 1967

29/01/2021

Si è fatto  vivo per noi il bisogno di disporre di un facile e simpatico mezzo di contatto, di informazione continua, che ci permetta di farci sentire vicini e di aggiornare direttamente tutti gli alfisti”.  Giuseppe Luraghi.

Leggere nel 2021 le statistiche e gli indici di crescita del 1967, lo ammettiamo, fa un certo effetto. “Incremento delle immatricolazioni del 13,3 per cento rispetto ai corrispondenti dieci mesi del 1965. Per le esportazioni, le statistiche ufficiali, riferite allo stesso periodo dell’anno, segnano un aumento del 21 per cento”. Cifre però, che non devono farci sospirare con amarezza, ma ricordarci che dopo i periodi difficili, c’è sempre una rinascita che ci attende. Proseguiamo quindi questo tuffo nel 1968, ma prima di scoprire gli argomenti cult, vogliamo condividere il commento di Maurizio Sala che ci aiuta a comprendere meglio, l’importanza de Il Quadrifoglio:

“Oggi tutti conoscono l’importanza di un serio programma CRM: il tempestivo e regolare ricontatto di Lead, prospect e clienti acquisiti è fondamentale. Negli anni 60 questo non era norma: CRM e Lead Management erano termini sconosciuti a concessionari e costruttori (ancora oggi ci sono casi di “analfabetismo” in quest’area). L’Alfa che noi tutti amiamo è sempre stata all’avanguardia in tutti i campi: 60 anni fa -40 anni prima di Internet e Facebook- Giuseppe Luraghi e Leonardo Sinisgalli (uno dei poeti e critici d’arte italiani piĂą influenti dal 1930 alla fine degli anni 80), inventarono una pubblicazione di alto profilo, una newsletter trimestrale inviata gratuitamente a tutti gli Alfisti che acquistavano un’auto. Dopo 8 anni, 28 numeri e centinaia di articoli, testi e fotografie straordinarie, nel 1975 (quando Giuseppe Luraghi si dimise dal suo incarico), la nuova gestione dell’Alfa decise di interrompere la pubblicazione de “il Quadrifoglio” di cui –per fortuna– il Museo Fratelli Cozzi ha conservato la memoria e l’intera collezione!”. 

LA CORSA DI GIUSEPPE LURAGHI CONTINUA

La distanza siderale che separa l’economia del 1967 e quella del 2021 è tutta racchiusa in una percentuale a due cifre e che vede l’incremento delle immatricolazioni sul mercato nazionale pari al  13.3% e un +21% per il mercato estero.

Altri tempi, rinati dopo la ricostruzione post bellica, un’isola dorata che giĂ  vede all’orizzonte l’inizio di una nuova rivoluzione come si intuisce dalle parole dello stesso Luraghi: “Per quanto riguarda direttamente l’Alfa Romeo, la richiesta di sue autovetture in Italia e all’estero è stata, e continua ad essere, molto forte. I pesanti scioperi verificatesi proprio nei mesi di maggiore attivitĂ  del mercato automobilistico, hanno influito sensibilmente sulle vendite, ma superate le difficoltĂ  di tale periodo, le consegne hanno potuto riprendere tanto rapidamente che,  a tutto ottobre, le immatricolazioni hanno superato del 15,1 per cento quelle del periodo corrispondente 1965 ed a loro volta le esportazioni sono state superiori del 23 per cento“.

Nota linguistica:

Rileggendo il testo di Luraghi, si riassapora il gusto di un italiano lento ed esaustivo, che non disdegna l’uso di avverbi in -mente (particolarmente, eccezionalmente, direttamente…) e l’uso di numerose frasi subordinate. Assolutamente assente l’uso delle abbreviazioni. Un testo che manderebbe in fibrillazione ogni algoritmo SEO dei tempi moderni .   

“Ma ad un certo punto si è soli al volante, le regole non servono piĂą a nessuno e nessuno può piĂą dare una mano.”

Quando l’america si sentiva “insicura”

Il numero n. 2 de Il Quadrifoglio del gennaio 1967 vede in copertina un giovane Andrea De Adamich ed è subito chiaro che il tema “sicurezza” sarĂ  centrale nelle pagine interne. 

Un bisogno di sicurezza sociale, con quel ’68 alle porte e sicurezza economica, con il fronte americano che fa pressione sui mercati europei: “Il problema della “sicurezza” delle automobili è venuto clamorosamente alla ribalta in questi ultimi tempi, soprattutto in seguito allo scalpore sollevato dalle nuove prescrizioni ufficiali americane. A parte i sospetti che hanno accompagnato tale colpo del Governo statunitense allo strapotere dell’industria automobilistica (che ha visto subito calare sensibilmente le proprie vendite); a parte i sospetti qui e lĂ  espressi che lo stesso Governo statunitense abbia contemporaneamente voluto colpire indirettamente anche le importazioni di vetture europee…”.

Per Alfa Romeo “sicurezza” fa rima con Giulia e a lei dedica il corposo articolo accompagnato dal bozzetto della scocca della Giulia a resistenza differenziata, dettaglio studiato dall’Alfa.

Ma al di lĂ  delle disamine socio-economiche-automobilistiche, il vero segreto per sentirsi sicuri al volante, lo svela Ferruccio Bernabò con il suo articolo intitolato “SICUREZZA E’ SAPER GUIDARE” a cui fanno da occhiello le statistiche: “Ogni ora sulle strade d’Italia: un morto e 35 feriti. Questa è la misura del tributo che l’uomo paga alla civiltĂ  del motore”. Un tributo che, per quanto amanti dei motori, è bene non pagare e, sicuramente, qualche indicazione importante puoi arrivare dalle “3 B”: Businello, Baghetti e Bandini che raccontano a Marco Mascardi “Come si diventa piloti“.

le rubrICHE

Nel numero di gennaio 1967 non manca una citazione dell’Alfa Romeo protagonista del cinema, tema amato dal Museo Fratelli Cozzi che ha dedicato in passato l’approfondimentoTutti al cinema, realizzato in collaborazione con Cinemalfa e, come sempre, si ritrova l’appuntamento con le immancabili rubriche.  

L‘ALFA VINCE, alla Coppa delle Alpi (Francia), 500 chilometri di Interiagos (Brasile), 6 ore di Green Walley (Texas), alla Coupe de l’Avenir a Zolder (Belgio), solo per citare alcune delle 25 vittorie assegnate al Biscione nel trimestre. L’Alfa conquista anche nella motonautica come racconta Mario Bernasconi.

Immancabili le vittorie nella categoria Turismo con “oltre 300 vittorie, una vittoria al giorno. Lo Challenge Europeo, il Campionato Transamericano, Tre campionaiti nazionali in Italia e dieci all’estero. Il Trofeo Costruttori in Francia, la Coppa del Presidente in America, a Mitropa Cup in Europa. Questo il 1966 sportivo dell’Alfa Romeo. Un Record di vittorie. Ogni vittoria un record. Il Quadrifoglio è tornato alfiere dell’automobilismo italiano nel mondo.”

Come sempre non manca la rassegna stampa nazionale e internazionale che vede protagonista assoluta

“La GT 1300 Junior al giudizio della stampa” presentata da Severo Boschi che ci riporta su quella “Bastia-Balocco” che molto ha da raccontare. 

CuriositĂ :

.  La “Questione femminile” fa capolino anche sulle pagine de Il Quadrifoglio… ma di questo parleremo prossimamente, dedicando un approfondimento a un tema a noi caro. 

E chiudiamo questo articolo dedicato al 1967 così come lo abbiamo iniziato, ovvero con la Montreal che iniziava il suo cammino verso il sogno alfista.

Nel padiglione “L’uomo, il produttore”, carrellata delle ultime prodigiose conquiste tecniche e imprenditoriali, è raccolto il meglio dell’industria mondiale. – scriveva Guido Vergani – Una sezione  è riservata ai prototipi, a quei simboli cioè non avveniristici ma reali che, mentre rappresentano un sicuro e insuperato punto di arrivo, lasciano intravedere traguardi ormai a portata di mano in questa “Cittadella del futuro” non poteva mancare un modello di vettura che suggerisce un’idea degli approdi possibili a breve scadenza. Questa automobile-simbolo è un’Alfa Romeo” .

Una dimostrazione che l’Alfa Romeo – aggiunge Vincenzo Moro – è diventata una vera e propria aspirazione nella valutazione di ogni automobilista, data dall’Esposizione Universale Internazionale di Montreal, che si aprirĂ  a fine aprile a celebrazione del centenario della Confederazione Canadese. Il comitato organizzatore dell’Esposizione, che ha come tema “l’uomo e il suo mondo”, ha spontaneamente scelto, fra tutte le marche, due autovetture Alfa Romeo, da collocare al centro del padiglione dedicato all’Uomo Produttore, quale simbolo delle produzione automobilistica mondiale“.