ELVIRA RACCONTA

San Cristoforo, patrono degli automobilisti

28 settembre, 2017

A chi viaggiava, perché lo facesse in sicurezza, si consigliava: “Guarda San Cristoforo e vai tranquillo!”.

Durante una delle mie prime visite al Museo per accompagnare degli ospiti, mi fu fatto notare che sul radiatore di una vettura esposta, la 6C 1500 Sport del 1928, carrozzata dall’inglese James Young , c’era un medaglione raffigurante San Cristoforo e mi fu chiesto cosa volesse rappresentare. Non lo sapevo!
A dire il vero non ci avevo fatto caso perché, da sempre il mio sguardo viene catturato dallo stemma e dallo scudetto delle Alfa che per me sono inconfondibili! Feci subito delle ricerche e trovai quel che adesso vi racconto. La regina Margherita amava viaggiare sulla vettura Sparviero.

Un giorno, era l’estate 1905, in una zona di montagna abitata da pastori, l’auto venne presa a sassate che la centrarono in pieno, e spaccarono i fanali. L’autista, non vide più la strada e frenò disperatamente. La regina terrorizzata , strinse tra le dita la piccola medaglia di San Cristoforo appesa alla collana. L’auto si bloccò all’ultimo momento sul ciglio di un burrone. Fu bravo l’autista e i freni erano buoni? Sicuramente sì, ma anche il santo doveva aver fatto la sua parte.
Grata per lo scampato pericolo, Margherita contribuì a diffondere la devozione per San Cristoforo via via che l’Italia si motorizzava. Il Santo comparve su molte delle vetture in circolazione in Italia, proteggeva anche aviatori e ferrovieri i quali fissavano grandi medaglioni del Santo sulle locomotive.

 

 

 

Ricorrenza 25 luglio. Questa è la Preghiera:

O San Cristoforo, che hai attraversato le correnti impetuose di un fiume con fermezza e sicurezza perché portavi sulle spalle il Bambino Gesù, fa’ che Dio si senta sempre bene nel mio cuore, perché allora avrò sempre fermezza e sicurezza guidando la mia vettura e affronterò coraggiosamente tutte le correnti in cui mi imbatterò, che vengano dagli uomini o dallo spirito infernale.

San Cristoforo, prega per noi. Amen.

Quando a fine Ottocento, apparvero le prime automobili, si può ben immaginare quanto sconcerto e quanta apprensione dovettero suscitare. Tenere quei mostri sotto controllo era emozionante ma anche faticoso. Contro i mille pericoli della strada, contro le insidie della velocità non bastava la semplice prudenza.
Come sia apparso il primo San Cristoforo su un’automobile non si sa, ma sembra che sia avvenuto prestissimo, forse in Francia. Negli anni cinquanta, sulle targhette, insieme al santo protettore vennero abbinati scritte pubblicitarie , dieci anni dopo la produzione di oggetti si estese a posaceneri e targhette magnetiche del tipo “Vai piano, o in bocca al lupo!” In tutto Europa venivano prodotti pulsanti per clacson, tappi per serbatoi, decorazioni per radiatore, targhette e piastrine con la sua immagine.

Elvira Ruocco Memoria storica dell’Alfa Romeo grazie alla sua ultra ventennale esperienza presso il Centro di Documentazione Storica Alfa Romeo, è entra a far parte del team del Museo e nella rubrica “Elvira Racconta” condividerà curiosità e aneddoti che non si  conoscono o non si ricordano. Ripercorreremo insieme a lei la leggendaria storia dell’Alfa Romeo.