PASSIONE

Ma te lo ricordi?

28 giugno, 2018

Ma ti ricordi quando abbiamo ritirato la Giulia? E quando volevano comprare la 155? Quel collezionista che voleva il Gobbone… Sì, Pietro Cozzi ricorda ogni storia delle sue Alfa Romeo. Le ricorda perché la sua storia e quella di queste auto si intrecciano, in un susseguirsi di ricordi che attraversano decenni di storia italiana.

Il Museo Fratelli Cozzi ha voluto regalare un carico di aneddoti ai propri visitatori, prima delle vacanze. Potranno così raccontare le storie di Pietro agli amici, dimostrando di essere dei veri alfisti!

Nei giorni scorsi anche la delegazione di AICAR Associazione Concessionari Alfa Romeo, ha fatto visita al Museo ed è stata una grande emozione ritrovare molti degli amici e dei colleghi con cui è stato condiviso il memorabile percorso Alfa Romeo. Un concentrato di storie straordinarie!

Nella foto la delegazione di Aicar Associazione Concessionari Alfa Romeo

“Queste auto sono una biblioteca” – ha esordito Pietro – “perché su ogni automobile potremmo scrivere più di un libro!”.

E ha ragione, ogni auto ha una storia legata alla sua creazione, alla meccanica, allo studio del design, alla sua carriera sportiva, ma anche la storia di chi ha comprato, venduto e guidato quell’auto. Ogni auto al Museo Fratelli Cozzi ha una targa, ogni auto ha un nome.

Un nome che spesso riaffiora tra i ricordi è quello della Scuderia Cavallotti. Un giorno la madre del famoso Eugenio Cavallotti, straordinario pilota che perse la vita il 14 marzo del 1957 durante una sessione di prove private sull’Aerautodromo di Modena, incontra Pietro Cozzi e alcuni amici. Erano un gruppo affiatato, quattro o cinque ragazzi e dice loro: “Se riuscite a mettere insieme otto, dieci piloti riapriamo la Scuderia Cavallotti in memoria di mio figlio Eugenio”.  Così fecero, e insieme a Pietro corse l’amico e cliente Carlo Marinoni. Lo stesso che qualche anno dopo, chiese di acqustare una Giulia T.I. Super, auto che aveva guidato più volte e che ora voleva per sè. Fu così che acquistò la “nostra” Giulia T.I. Super, uno dei due pezzi unici al mondo presenti al Museo.

A renderla unica il suo colore fumo di londra, voluto da un cronista di Quattroruote, che lo propose come colore alternativo al tradizionale biaco (499 modelli prodotti) e al rosso già usato nelle competizioni sportive. Colore cassato dai piloti che lo considerarono troppo elegante.

Queste auto sono una biblioteca perché su ogni automobile potremmo scrivere più di un libro!”.

Anche la 1900 ha molto da raccontare. L’auto esposta è del ’58, l’azienda era nata nel ’55 e nel ’57 a Pietro Cozzi spetta il doveroso compito di far capire che era nata a legnano un’azienda che vendeva e assisteva  Alfa Romeo. “Avevo 20 anni – racconta – non ero un venditore esperto, ma era talmente tanta la voglia di far consocere Alfa Romeo sul territorio che ho preso una cartella con un po’ di depliant, qualche documento e un po’ di numeri e ho iniziato a girare per le aziende del territorio, presentandomi e offrendo un invito alla prova della 1900″

I clienti che accettarono l’invito rimasero strabiliati. “Pensate – continua Pietro – che la vettura concorrente era la Fiat 1400 (sorride). La 1900 già faceva i 180 Km orari!” Qualcuno se n’è innamorato e ha comprato la vettura altri, rammaricati, hanno risposto: “è una vettura bella e importante, ma io un’Alfa Romeo posso solo sognarla“. Perché Alfa Romeo era questo per molti: un sogno, un simbolo di riscatto. Possiamo aggiungere alla storia che alcuni dei clienti che nel 1958 non hanno potuto permettersi l’Alfa, sono tornati negli anni successivi realizzando così il loro sogno, che era il sogno italiano della ripresa prima e del boom poi. Anni in cui le aziende italiane hanno ricostruito l’economia del Paese.

Se vi sono piaciute queste storie e volete sentirne tante altre iscrivetevi alle prossime visite al Museo Fratelli Cozzi che riprenderanno il 9 settembre con il consueto appuntamento mensile. L’ingresso è gratuito e l’iscrizione obbligatoria a questo link.

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