ELVIRA RACCONTA

Vittorio Jano, uno dei geni della progettazione Alfa Romeo

 

18 gennaio 2018

Chi convinse Vittorio Jano a lasciare la FIAT? Lo scopriamo insieme a Elvira Ruocco. Buona lettura“.

Vittorio Jano nacque a Torino il 22 aprile del 1891. Figlio di un capo tecnico dell’Arsenale miliare, seguì il corso di studi dell’Istituto Professionale Operaio di Torino. Il 1^ novembre 1911 fu assunto alla Fiat con la qualifica di disegnatore addetto all’Ufficio Tecnico.

Due anni dopo fu promosso alla qualifica di disegnatore costruttore e il 5 maggio del 1920 ottenne l’incarico di capogruppo nel reparto automobili diretto da Carlo Cavalli.
Dopo aver collaborato alla progettazione di famosi veicoli utilitari della ripresa postbellica, Jano fu trasferito alla sezione che si occupava della progettazione delle auto da corsa, fino a seguirle, nell’ultimo periodo, anche sui campi di gara.
Raggiunto dalla proposta di assunzione dell’Alfa Romeo, si dimise dalla Fiat il 27 settembre del 1923. In Alfa, alle dirette dipendenze della Direzione Generale, fu posto dapprima a capo di un ufficio tecnico costituito appositamente per lo sviluppo della monoposto da corsa P2 e successivamente, con le dimissioni di Giuseppe Merosi , avvenute il 23 gennaio 1926, divenne il responsabile per la progettazione delle Alfa Romeo non solo da corsa, ma anche da turismo.
Nel dicembre del 1937, Vittorio Jano lasciò l’Alfa.

A interrompere un rapporto iniziato nell’ottobre del 1923 fu l’insuccesso della monoposto G.P. 12C 1937, una vettura che avrebbe dovuto contrastare le auto di Mercedes e Auto Union. Al suo esordio sul Circuito di Pescara fu costretta al ritiro così come pure al Gran Premio d’Italia a Livorno, a causa della rottura di un semiasse.
La stampa denunciò “l’incapacità della grande industria italiana che non riesce ad appagare le aspirazioni legittime delle masse sportive nonostante le tradizioni luminose che la distinguono”.
Dopo questo insuccesso, Jano lasciò il Portello e fece ritorno a Torino dove, nel 1938, entrò alla Lancia come responsabile della progettazione di veicoli industriali e delle vetture Ardea, Aurelia e derivate. Mantenne l’incarico ad interim di direttore tecnico fino al 1955 poi restò come consulente fino al 1958. In quel periodo intraprese anche un contratto di consulenza con la Ferrari e collaborò allo sviluppo dei motori Dino.
Morì suicida a Torino il 13 marzo 1965.

Elvira Ruocco Memoria storica dell’Alfa Romeo grazie alla sua ultra ventennale esperienza presso il Centro di Documentazione Storica Alfa Romeo, è entra a far parte del team del Museo e nella rubrica “Elvira Racconta” condividerà curiosità e aneddoti che non si  conoscono o non si ricordano. Ripercorreremo insieme a lei la leggendaria storia dell’Alfa Romeo.