ELVIRA RACCONTA

Wifredo Pelayo Ricart, il progettista spagnolo

14 settembre, 2017

“Tra i progetti dell’ing. Wifredo Ricart mai realizzati c’è anche una berlinetta da corsa che se fosse stata costruita sarebbe stata un’auto rivoluzionaria, anticipatrice di concetti costruttivi modernissimi”.

Wifredo Pelayo Ricart iniziò a lavorare in Alfa Romeo come consulente nel 1936, ma il suo nome comparve nel libro paga della società solo nell’ottobre del 1937, un mese dopo l’uscita di Vittorio Jano. Fu dunque, a sorpresa, un ingegnere spagnolo, originario di Barcellona , il successore del progettista torinese.

Tutti erano convinti che l’incarico sarebbe andato a Gioachino Colombo. Tra i progetti dell’ing. Wifredo Ricart mai realizzati c’è anche una berlinetta da corsa che se fosse stata costruita sarebbe stata un’auto rivoluzionaria, anticipatrice di concetti costruttivi modernissimi: una vettura sport estremamente aerodinamica, a motore posteriore. Ricart e la sua èquipe progettarono nel 1941, la Tipo 163, una berlinetta da corsa per la categoria Sport con motore da 3 litri di cilindrata.


 

La carrozzeria era chiusa con ruote coperte per migliorare l’effetto aerodinamico. Nel mese di dicembre del 1945 figura ancora in una distinta delle vetture sperimentali da corsa e sport esistenti ed è così descritta: “vettura tipo 163, guida interna, incompleta e in attesa di essere completata, in deposito ad Orta (uno dei decentramenti allestiti per sfuggire ai bombardamenti di Milano).
Questo è l’ultimo documento disponibile nell’ Archivio Storico Alfa Romeo sulla Tipo 163. Di questo prototipo non si parlò più se non sporadicamente su qualche rivista automobilistica.

Solo Griffith Borgeson, nel suo libro “Alfa Romeo Tradition”, pubblicato nel 1990, tratteggia a fondo la figura di Ricart e si sofferma più degli altri sulla “perduta” 163.

Tornando a Ricart, c’è da dire che il suo periodo in Alfa Romeo coincise con un momento storico drammatico; ma la sua intelligenza e le sue capacità realizzative unite a quelle dei suoi collaboratori e sostenuti dalla “mente” dell’Alfa, l’ingegner Ugo Gobbato, seppero reagire alle distruzioni della guerra, gettando uno sguardo di speranza verso il futuro, quel futuro che avrebbe visto realizzato molto di quel che era stato pensato ma che allora non era stato possibile produrre.

Elvira Ruocco Memoria storica dell’Alfa Romeo grazie alla sua ultra ventennale esperienza presso il Centro di Documentazione Storica Alfa Romeo, è entra a far parte del team del Museo e nella rubrica “Elvira Racconta” condividerà curiosità e aneddoti che non si  conoscono o non si ricordano. Ripercorreremo insieme a lei la leggendaria storia dell’Alfa Romeo.