quadrifoglio 68

Il Quadrifoglio 1970

18 maggio, 2021

“Si è fatto vivo per noi il bisogno di disporre di un facile e simpatico mezzo di contatto, di informazione continua, che ci permetta di farci sentire vicini e di aggiornare direttamente tutti gli alfisti”.

Giuseppe Luraghi a proposito della rivista “Il Quadrifoglio”.

L’anno del primo volo commerciale del Concorde, dell’Apollo 13, della guerra in Cambogia, dell’addio a Jimi Hendrix prima e a Janis Joplin poi. 

Il 1970 è l’anno che segna il cambio di un’epoca, ma per Alfa Romeo è anche l’anno della presentazione al Salone dell’Automobile di Ginevra e dell’inizio della produzione della Montreal, “la massima aspirazione raggiungibile dall’uomo in fatto di automobili” e protagonista dell’Expo di Montréal del 1967.

Iniziamo così il nostro viaggio tra i quattro numeri del Quadrifoglio del 1970 conservati nel nostro Cozzi.Lab!

“Una volta l’Alfa era una macchina esclusivamente maschile (…). La donna cambia, è cambiata anzi (…). E l’Alfa, adesso, se la guida da sola. Anzi, se la compra da sola”.

UN’ALFA ANCHE PER LEI

Il mercato delle automobili si apre sempre di più alle donne, e Alfa Romeo non vuole essere da meno. Negli anni ‘50, si legge sul numero del Quadrifoglio di gennaio, le patenti femminili in Italia erano poco più di diecimila: nel 1970 superavano già i due milioni di numero.

“Una volta l’Alfa era una macchina esclusivamente maschile (…). La donna cambia, è cambiata anzi (…). E l’Alfa, adesso, se la guida da sola. Anzi, se la compra da sola”. 

Le auto più scelte dalle donne? La Giulia, senz’altro, ma anche la GT Junior e la 1750. 

L’articolo, a firma di Valeria Vicari, è accompagnato dalle illustrazioni di Brunetta e da un box finale del Comitato permanente per la donna che guida – operazione guida sicura. Si trattava di una manifestazione per “sollecitare la partecipazione attiva del pubblico femminile alla normale manutenzione del veicolo, operazione che purtroppo non viene sempre eseguita nei modi corretti e nei tempi opportuni”. 

MONTREAL, NOVITÀ MONDIALE

Il 1970 è l’anno della Montreal, dicevamo. 

Quella che all’Expo canadese sembrava solo una proposta, a Ginevra è una realtà: attualissima la forma, disegnata dalla Carrozzeria Bertone, da gara il motore, basato su quello della 33. 

Segni particolari? Coda tronca e portiere che si chiudono come grandi ali di cristallo sopra un corpo dalle ampie convessità aerodinamiche, cofano piatto e potente motore a otto cilindri, fari con griglia peculiarissima.

Ah, ed è anche la preferita dalla nostra direttrice, Elisabetta Cozzi. Ma questo è un segreto condiviso solo tra noi lettori del Quadrifoglio!

QUANDO L’ALFA È UNA DIVA 

I film di Hollywood e non solo sono una grande testimonianza di ciò che le automobili Alfa Romeo hanno rappresentato per la società in anni passati.

Il Quadrifoglio lo sapeva bene e nel numero di marzo 1970 presenta una carrellata di vetture rese (ancora più) famose da attori celebri che le hanno guidate e amate in film iconici.

È il caso dei film “Io, Emmanuelle” di Cesare Canevari e con Erika Blanc, dove appaiono una 1750 Berlina e una 1600 Spider; o ancora di “Banditi a Milano” di Carlo Lizzani dove le Alfa si sprecano: una 2600 Sprint, una Giulia, una Giulietta, una Giulietta Sprint e addirittura un Romeo Autotutto. Non c’è molto da stupirsi: siamo pur sempre a Milano, nella città del Portello!

Menzione d’onore al Vittorio Gassman nazionale, con Pamela Tiffin e, ovviamente, una vettura Alfa Romeo nel film “L’Arcangelo”. 

c’è anche il vittorio nazionale tra i miti del cinema italiano e internazionale elencati dalla rivista nel 1970: eccolo a bordo di un’alfa romeo nel film “l’arcangelo”

IL TROFEO DELL’ANNO

Come da tradizione, anche nel 1970 i piloti Alfa Romeo sono stati premiati al Museo della Scienza e della Tecnica con un trofeo disegnato da un celebre artista. 

Il trofeo disegnato da Emilio Greco per l’occasione raffigura “un profilo muliebre che si incide nello spazio sulle ali del vento”, a rappresentare “La velocità esaltata dall’armonia elegante e dinamica”. 

Nato a Catania, Emilio Greco è conosciuto per opere come il monumento a Pinocchio in Collodi, le porte del Duomo di Orvieto e il monumento a Camillo Olivetti a Ivrea. 

Anche questo trofeo può essere ammirato oggi nel nostro Cozzi.Lab!

il trofeo 1970 è ad opera dell’artista emiglio greco e rappresenta il profilo di una donna accarezzata dal vento

LA CROCE E IL BISCIONE

Tra storia e leggenda, l’ultimo numero de Il Quadrifoglio del 1970 dedica un articolo proprio al simbolo dell’Alfa Romeo e alle sue evoluzioni.

Come accade visitando il nostro Museo e soffermandosi sugli stemmi appesi alle nostre pareti, sfogliando le pagine della rivista si vede la storia di Milano passare attraverso uno dei marchi che più l’ha celebrata e resa famosa.

La croce rossa in campo bianco è l’emblema del Comune dalla seconda metà dell’Undicesimo secolo, mentre il biscione visconteo che ancora oggi si può ammirare al castello Sforzesco di Milano potrebbe risalire come simbolo addirittura ai Longobardi. 

E il quadrifoglio? Simbolo di augurio, venne applicato per la prima volta sulle vetture Alfa Romeo da corsa nel 1923.