quadrifoglio 68

Il Quadrifoglio 1968

29 marzo, 2021

“Si è fatto vivo per noi il bisogno di disporre di un facile e simpatico mezzo di contatto, di informazione continua, che ci permetta di farci sentire vicini e di aggiornare direttamente tutti gli alfisiti”.

Giuseppe Luraghi a proposito della rivista “Il Quadrifoglio”.

Ah, il Sessantotto.

Quando le cifre di un anno diventano per metonimia la descrizione di un’intera epoca, diventa impossibile parlare d’altro senza citare i fenomeni politici e culturali del caso. 

Il ‘68 è stato infatti l’anno delle contestazioni e dei movimenti di massa dei lavoratori, degli studenti e degli intellettuali; è stato l’anno di molte cose, tra le altre del formarsi di un’opinione pubblica, della liberazione sessuale, degli hippies e dei contrasti politici che daranno il via ai terribili Anni di Piombo.

Tutto questo si intuisce dalle pagine e dai servizi del trimestrale Il Quadrifoglio, anche se la rivista parlava agli alfisti, agli imprenditori e alle loro famiglie: sfogliarla doveva essere un’attività piacevole e lontana dalle preoccupazioni quotidiane!

L’unico accenno alla politica, la pubblicità del libro di Bob Kennedy

La rivista parlava agli alfisti di stile, moda e attualità, ma sempre con un tocco di leggerezza 

L’AUTO DELL’ANNO

I 4 numeri trimestrali del Quadrifoglio in quest’anno sono soprattutto dedicati alla nuova arrivata in casa Alfa Romeo: la nuova 1750 nelle versioni berlina, GT veloce, spider veloce. La 1750, nata negli anni Trenta, presta il nome a queste vetture già anni Settanta: sono mezzi di lusso pensati per automobilisti competenti ed esigenti.

Una 1750 berlina costava 1 milione e 865mila lire: lo stabilimento di Arese ne produceva circa 400 al giorno.

La nuova arrivata in casa Alfa Romeo, la nuova 1750

Lo sguardo femminile sull’auto è per noi fondamentale, lo ripetiamo sempre.
La 1750 viene raccontata anche dalla penna di una delle più importanti – e brave, e splendide, noi la amiamo – giornaliste italiane, Natalia Aspesi. Ecco un estratto del suo articolo ancora attualissimo:

L’automobile è sempre stata un accessorio necessario alla mia comodità, ma non importante: come un tostapane o la macchina da scrivere. Perciò ho avuto solo macchine piccole, poco veloci, poco costose, che ho tenuto malissimo, cigolanti, ammaccate, disordinate e polverose. Alle belle macchine potenti e preziose ho sempre guardato come a splendidi oggetti di lusso, da ammirare senza desiderio”.

L’articolo poi si conclude così:

Insomma, io la 1750 ancora non l’ho, ma mi ha completamente sedotta”.

 

L’articolo di Natalia Aspesi è una finestra sul punto di vista femminile del tempo

AUTO E MODA, AUTO E CINEMA

Il rosso coupé 33 di Un bellissimo novembre, la Giulia di Banditi a Milano, il Duetto di Dustin Hoffman ne Il laureato: sono solo alcune delle Alfa Romeo scelte dal mondo del cinema per accompagnare momenti fondamentali di film che oggi sono considerati pietre miliari della storia cinematografica. Il Quadrifoglio ne fa un’ampia rassegna, per poi passare ad un altro argomento in grado di raccontare la società del tempo: la moda.

Gli shooting scattati a bordo delle 1750 mostrano ragazze truccate già in stile anni Settanta, con abiti in pizzo bianco e stampe optical, capelli lunghi e chemisier Yves Saint Laurent

 

IL TROFEO MUNARI

A pagina 34 del numero di luglio c’è un trofeo che conosciamo bene e che possiamo ammirare anche oggi al Museo: si tratta del trofeo disegnato da Bruno Munari per la premiazione al Museo della Scienza e della Tecnica dei piloti che si sono affermati nel 1968 con vetture Alfa Romeo. Il trofeo, che abbiamo esposto anche al Salone del Mobile di Milano, è stato descritto così dal designer:

La forma più dinamica è la sfera essa non ha una base sulla quale poggiarsi e fermarsi come il cubo o la piramide la sfera ha un equilibrio instabile ogni punto della sua superficie può essere la base provvisoria per un attimo quando si muove, quando corre via velocissima ruota nei cuscinetti a sfere si muove nello spazio assoluto e prende il nome di Terra Luna Marte…”

 

CURIOSITÀ

Il numero di marzo del Quadrifoglio del ‘68 porta sul retro di copertina una foto tenera e curiosa al tempo stesso. Nel bagagliaio della 1750 sono fotografati i tre bambini vincitori del festival della canzone Zecchino d’Oro di quell’anno. I nomi non sono riportati, ma impossibile non riconoscere una piccolissima Cristina D’Avena nel faccino furbo della bimba con i boccoli e l’abito azzurro sulla sinistra!

Ullallà, ullallà, ullallà questo è il valzer del moscerino…”

 

Un’inconfondibile Cristina D’Avena appena uscita dallo Zecchino D’Oro con altri due piccoli concorrenti