PASSIONE
Una bella provocazione
30 luglio, 2020
La Bellezza con un tocco di femminilità, questo il fil rouge che lega gli approfondimenti di questa estate alfista al Museo Fratelli Cozzi: la perfezione ricercata negli scatti di Francesco Morello, la donna nell’arte raccontata da MuseoCity e ora una delle auto più provocanti della collezione, raccontate da Elisabetta Cozzi.
Il 28 luglio è uscito in edicola Autoitaliana, la rivisita che racconta con passione, stile curiosità il mondo dei motori.

Nel nuovo numero Luca Dal Monte (fotografie di Paolo Carlini) celebra Pinin Farina con “Otto icone per novant’anni di storia, raccontate dai loro proprietari” e tra loro ritroviamo la nostra direttrice Elisabetta Cozzi.

Come si vede dalle foto del backstage, protagonista di questa pagina alfista è l’Osso di Seppia, una delle auto preferite da Elisabetta. Quando accompagna gli ospiti al Museo, dice sempre che appena si avvicina sente riecheggiare le note di Mrs Robinson di Simon & Garfunkel, colonna sonora de “Il Laureato”. Una pellicola indimenticabile, che proietta il cinema americano in una nuova epoca superando, di fatto, tutti i dogmi del Codice Hays (*). Una storia scabrosa nell’America dorata degli anni ’60, il vento della rivolta generazionale che inizia a soffiare forte tra i capelli e tra le idee. Dustin Hoffman in versione nuovo eroe, cavalca i cavalli motore della ruggente e italianissima Alfa Spider … per giunta di colore rosso.  Una provocazione bellissima che stupisce e affascina da allora generazioni di anticonformisti.

Ma lasciamo alle spalle il cinema ed entriamo nel nostro archivio dove troviamo il materiale d’archivio dedicato al lancio dell’Osso di Seppia.  Una crociera, party esclusivi e immagini di donne eleganti, raccontano la presentazione al pubblico del nuovo sogno alfista. Lasciamo sui tavoli una copia di Autoitaliana, che la nostra archivista aggiungerà all’emeroteca del museo, e accarezzando le pagine curatissime, ci sovviene una domanda: e se l’eleganza fosse una vera bellissima provocazione?

(*) Il Codice Hays elencava tre “Principi generali”: Non sarà prodotto nessun film che abbassi gli standard morali degli spettatori. Per questo motivo la simpatia del pubblico non dovrà mai essere indirizzata verso il crimine, i comportamenti devianti, il male o il peccato. Saranno presentati solo standard di vita corretti, con le sole limitazioni necessarie al dramma e all’intrattenimento. La Legge, naturale, divina o umana, non sarà mai messa in ridicolo, né sarà mai sollecitata la simpatia dello spettatore per la sua violazione. Il nudo e le danze lascive furono proibiti. La ridicolizzazione della religione fu proibita; i ministri del culto non potevano essere rappresentati come personaggi comici o malvagi. La rappresentazione dell’uso di droghe fu proibita, come pure il consumo di alcolici, “quando non richiesto dalla trama o per un’adeguata caratterizzazione”. I metodi di esecuzioni di delitti (per esempio l’incendio doloso, o il contrabbando ecc.) non potevano essere presentati in modo esplicito. Le allusioni alle “perversioni sessuali” (tra cui, all’epoca, veniva inclusa l’omosessualità) e alle malattie veneree furono proibite, come lo fu anche la rappresentazione del parto. La sezione sul linguaggio bandì varie parole e locuzioni offensive. Le scene di omicidio dovevano essere girate in modo tale da scoraggiarne l’emulazione nella vita reale, e assassinii brutali non potevano essere mostrati in dettaglio. “La vendetta ai tempi moderni” non doveva apparire giustificata. La santità del matrimonio e della famiglia doveva essere sostenuta. “I film non dovranno concludere che le forme più basse di rapporti sessuali sono cose accettate o comuni”. L’adulterio e il sesso illegale, per quanto si riconoscesse potessero essere necessari per la trama, non potevano essere espliciti o giustificati, e non dovevano essere presentati come un’opzione attraente. Le rappresentazioni di relazioni fra persone di razze diverse erano proibite. “Scene passionali” non dovevano essere introdotte se non necessarie per la trama. “Baci eccessivi e lussuriosi vanno evitati”, assieme ad altre trattazioni che “potrebbero stimolare gli elementi più bassi e grossolani”. La bandiera degli Stati Uniti d’America doveva essere trattata rispettosamente, così come i popoli e la storia delle altre nazioni. La volgarità, e cioè “soggetti bassi, disgustosi, spiacevoli, sebbene non necessariamente negativi” dovevano essere trattati entro i dettami del buon gusto. Temi come la pena capitale, la tortura, la crudeltà verso i minori e gli animali, la prostituzione e le operazioni chirurgiche dovevano essere trattati con uguale sensibilità.

(fonte wikipedia)